Un mare di energia

  • 14 Settembre 2009

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Presentato all'apertura della Conferenza europea sull'eolico off-shore un report sulle potenzialità di questa tecnologia. Possibile avere dal vento in mare il 17% dell'elettricità europea al 2030. Ma gli ostacoli non mancano: dai grandi capitali necessari alle infrastrutture elettriche. Intanto in Italia si autorizza quello che sarà il primo impianto marino nazionale, al largo di Termoli.

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L’eolico off-shore ha le potenzialità tecniche per fornire, entro il 2030, 7 volte più elettricità di quella che si consuma in Europa. Già ora ci sono progetti di parchi eolici in mare per 100 gigawatt, abbastanza da soddisfare il 10% del fabbisogno elettrico del vecchio continente. Al 2030 l’off-shore in Europa potrebbe toccare i 150 GW, abbastanza da fornire dal 13 al 17% del fabbisogno europeo. Sono numeri che promettono bene quelli contenuti nel report presentato dall’European Wind Energy Association (EWEA) all’apertura della Conferenza europea sull’eolico, iniziata ieri a Stoccolma e che durerà per tutta la settimana.

Secondo “Oceans of opportunity”, questo il titolo del documento (vedi allegato), basterebbero 8 parchi eolici off-shore da 100 x 100 km di area, distribuiti nelle aree ventose in mare intorno al continente per dare 3 mila terawattora, elettricità sufficiente per tutta Europa. Attualmente la potenza installata è di 1,5 GW, dislocata soprattutto nei mari di Danimarca, Regno Unito e Paesi Bassi. Ma i progetti per 100 GW che sono previsti già ora – spiega EWEA – danno l’idea dell’interesse e delle grandezze in gioco nello sviluppo di questa declinazione dell’eolico.

La previsione, infatti, è che si arrivi al 2020 con ben 40 GW installati, con l’eolico marino che contribuisce a circa il 4% del fabbisogno elettrico europeo, evitando così 85 milioni di tonnellate ogni anno di CO2 e attirando 8,8 miliardi di euro in investimenti. Per il 2030, come dicevamo, secondo EWEA i gigawatt installati saranno invece 150, abbastanza da soddisfare fino al 17% del fabbisogno e da evitare 292 milioni di tonnellate di gas serra.

Rispetto all’eolico a terra, di cui EWEA vorrebbe che ripetesse il cammino di crescita (media annua +32% negli ultimi 12 anni), l’off-shore ha il vantaggio di produrre elettricità in maniera più costante. L’Europa è già leader mondiale in questa tecnologia e dunque questa può considerarsi una strada in grado di portare lontano. Ma è anche una strada sulla quale, è emerso alla conferenza, ci sono ancora molti ostacoli. Primo fra tutti quello degli enormi investimenti necessari e della difficoltà di reperire i capitali.

Occorre poi, spiegano i portavoce di EWEA, che tutte le parti della filiera crescano in maniera adeguata: da chi produce i componenti, a chi realizza le fondamenta, a chi fornisce le navi per andare a posare gli impianti. È necessario, in secondo luogo, che si semplifichino i processi autorizzativi, che si proceda a collaborazioni internazionali per decidere la posizione dei parchi, che si rimuovano le barriere burocratiche all’accesso dell’elettricità da off-shore nelle reti nazionali.

Ma soprattutto serve che nei mari europei si crei una vera e propria “rete autostradale dell’energia” che colleghi via mare le nazioni europee per creare un unico mercato dell’elettricità. A tal proposito l’invito di EWEA all’UE (che nell’ultimo pacchetto stimolo ha stanziato 4 miliardi di euro per le infrastrutture elettriche e 585 milioni per l’eolico off-shore) è che si vada avanti con i progetti che riguardano gli 11 elettrodotti esistenti e gli altri 21 in progetto.

Intanto mentre a Stoccolma si discute di potenzialità e ostacoli, in Italia si fa un passo avanti verso la realizzazione del primo parco off-shore in acque nazionali: il Ministero dell’Ambiente ha finalmente autorizzato, firmando un decreto di Via (la prima richiesta secondo il sito dell’azienda risale al novembre 2005). Il progetto di Effeventi per la realizzazione del primo impianto eolico offshore in Italia ha una potenza di 162 MW è sarà situato di fronte alla costa di Termoli in Molise. Secondo la mappa di EWEA, dei progetti off-shore esistenti (vedi pdf) lungo le nostre coste (soprattutto a largo della Puglia) di parchi eolici potrebbero arrivarne altri 10.

 

Il report EWEA “Oceans of opportunity” (pdf)

 
GM

15 settembre 2009

 
  
 
 
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