La via cinese delle rinnovabili

  • 11 Giugno 2009

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La superpotenza asiatica annuncia che si darà un obiettivo di riduzione delle emissioni e rivede al rialzo i propri target sulle rinnovabili: può raggiungere il traguardo europeo del 20% al 2020 e punta al 40% al 2050. Aspettando Copenhagen il più grande emettitore mondiale sta costruendo la green economy più forte del pianeta.

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Come ha ricordato alcuni giorni fa David Sandalow, sottosegretario USA all’energia, se la Cina continuasse ad emettere come sta facendo, la temperature del pianeta aumenterebbe di 2,7 gradi al 2050 anche se tutti gli altri paesi al mondo tagliassero dell’80% le loro emissioni. E’ fondamentale dunque l’importanza di ogni mossa del gigante asiatico, la nazione da cui assieme agli stessi Stati Uiti più dipende il buon esito del futuro accordo sul clima. Le notizie che arrivano in questi giorni sono senz’altro positive: il più grande emettitore mondiale annuncia finalmente limiti alla CO2 e rivede al rialzo i propri obiettivi sull’energia rinnovabile, puntando a raggiungere quelli europei.

Che la Cina avesse deciso di impegnarsi nella lotta alla CO2 si era già capito da varie aperture sul piano internazionale nei mesi scorsi. Ora arriva anche l’annuncio ufficiale che nel prossimo piano quinquennale, quello che partirà dal 2011, il paese si darà obiettivi precisi anche sulla riduzione della CO2. Pechino non ha mai accettato tagli imposti dall’esterno, ma la strada della riduzione della CO2 – pur mantenendo sempre la priorità della crescita economica – il paese l’aveva già imboccata con l’ultimo piano (2006-2010), che non parla di tagli dei gas serra, ma contiene obiettivi su rinnovabili e ed efficienza energetica. La Cina pare essere molto seria nel perseguire gli obiettivi che si dà: ad esempio i dirigenti delle Province che non raggiungeranno i traguardi posti sulle emissioni vedranno preclusa qualsiasi possibilità futura di avanzamento di carriera.

Gli obiettivi del piano 2006-2010, tra cui la riduzione del 20% al 2020 dell’intensità energetica, saranno con ogni probabilità raggiunti, mentre quelli specifici sulle rinnovabili sono già stati ampiamente superati, tanto da doverli innalzare. Ora Pechino annuncia (in una dichiarazione al Guardian) che al 2020 sicuramente supererà l’obiettivo che si era data, di soddisfare il 15% del fabbisogno energetico con le rinnovabili, e che probabilmente raggiungerà l’obiettivo europeo del 20%. Per il 2050 il target cinese delle rinnovabili arriva fino al 40% sui consumi totali di energia. La Cina d’altra parte sta dimostrando una capacità di crescita sorprendente nelle energie pulite, emblematico il caso dell’eolico: già nel 2007 il paese ha superato i 5 GW installati che erano l’obiettivo da conseguire entro il 2010, mentre ai 30 GW, che erano il traguardo posto per il 2020, si arriverà secondo le previsioni già nel 2012. Per il 2020 il Governo vuole dunque spostare più in alto l’asticella: fino ai 100 GW.

Un obiettivo più che triplicato, come pure dovrebbe essere triplicato quello per il solare: da 3 a 9 GW che rispetto all’attuale capacità  di 120 MW significa moltiplicare la potenza installata per 75. Crescita, quella delle fonti pulite, che sarà sostenuta da un massiccio intervento pubblico. Se nell’ultimo pacchetto anticrisi sono circa 30 i miliardi di dollari destinati alle rinnovabili, Pechino starebbe, infatti, per annunciare altri stanziamenti sostanziosi: una manovra per l’energia che metterebbe in campo, secondo le varie fonti, dai 200 ai 600 miliardi di dollari per i prossimi 10 anni da dividere tra rinnovabili, nucleare, cattura della CO2 e rete elettrica intelligente.

La Cina, che conta ancora per oltre l’80% del suo fabbisogno energetico sul carbone e che ha emissioni in continuo aumento, sembra dunque aver capito la necessità di agire per ridurre la CO2. O meglio, l’opportunità di far prendere al volo alla propria economia il treno del low-carbon: non a caso il paese è leader mondiale nella produzione di celle fotovoltaiche  (circa 40% del mercato globale nel 2008 secondo SolarBuzz) e ha un’industria dell’eolico tra le più forti e dinamiche al mondo che si appresta e penetrare mercati importanti come quello britannico e giapponese.

In questo senso, oltre alla spinta alle rinnovabili, vanno tutta una serie di politiche recentemente messe in campo da Pechino: dal forte sostegno a un’industria automobilistica che punti sulle auto elettriche o a bassi consumi (vedi qui e qui), all’obbligatorietà dell’etichetta energetica per gli elettrodomestici, fino allo sviluppo della rete elettrica intelligente che dovrà essere completato entro il 2020, passando per i regolamenti edilizi che impongono per i nuovi edifici fabbisogni energetici dimezzati rispetto alla media.
Il gigante mondiale delle emissioni si sta dando da fare per costruire l’economia verde più forte del mondo, una buona notizia in vista del vertice di Copenhagen.

GM

11 giugno 2009

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