Sfruttare l’eolico per gli obiettivi 2020

  • 9 Giugno 2009

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Il potenziale tecnico dell'eolico in Europa potrebbe dare quasi 20 volte l'elettricità che l'UE richiederà al 2020. Si scenderebbe a 3 volte se si considerano vincoli ambientali, sociali ed economici. Un rapporto dell'Agenzia Europea dell'Ambiente spiega le grandi possibilità dell'energia dal vento e le condizioni cosa potrebbe frenare il suo sviluppo.

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L’eolico può ricoprire un ruolo veramente rilevante nel raggiungimento dell’obiettivo del 20% sulle rinnovabili in Europa, visto che la disponibilità di risorsa energetica legata al vento è considerevole e il potenziale naturale è enorme, ma c’è da considerare che numerosi vincoli ambientali, sociali ed economici potrebbero frenare il grande potenziale del settore. A fornire questo quadro è l’Agenzia europea dell’ambiente (EEA), nel suo rapporto “Europe’s onshore and offshore wind energy potential” (vedi allegato), che analizza il potenziale energetico eolico in Europa sulla terraferma (onshore) e in mare (offshore) e guarda appunto alle condizioni che impedirebbero lo sviluppo dell’intero potenziale.

Per l’EEA non sorprende la crescita esponenziale del settore negli ultimi anni, tanto che a fine 2008, l’Europa dei 27 aveva toccato i 65 gigawatt di potenza eolica installata, per una produzione di 142 TWh, pari al 4,2% della domanda di energia elettrica. Ma le stime dicono che l’eolico è un settore che continuerà a crescere e potrebbe produrre anche fino a quasi 20 volte la richiesta di energia elettrica nel 2020 grazie anche al miglioramento tecnologico delle turbine.
Il report valuta il potenziale tecnico di producibilità al 2020, considerando che il fabbisogno elettrico a questa data valutato dalla Commissione Europea oscillerà tra 3.537 e 4.078 TWh:

  • Eolico onshore: 45.000 TWh (11-13 volte fabbisogno elettrico al 2020 dell’UE27)
  • Eolico offshore: 25.000 TWh (6-7 volte fabbisogno elettrico al 2020 dell’UE27)
  • Totale: 70.000 TWh (17-20 volte fabbisogno elettrico al 2020 dell’UE27)

A livello di risorse continentali il grosso del potenziale eolico è concentrato nelle aree agricole e industriali dell’Europa nord-occidentale. Analogamente, il maggiore potenziale offshore si trova nel mar del Nord, nel mar Baltico e nell’oceano Atlantico, mentre minore è il potenziale nel mar Mediterraneo e nel mar Nero. Per quanto riguarda i possibili sviluppi in acque profonde le possibilità di crescita sono ancora più elevate, ma visti i costi ancora troppo elevati il contributo di questi impianti sarà minimo nell’arco di tempo preso in considerazione dallo studio, cioè al 2020 e 2030.

Ma su questo potenziale tecnico vanno considerati i vincoli ambientali: sulla terraferma le aree di “Natura 2000” (il progetto europeo per la conservazione degli habitat) e quelle sottoposte a protezione ridurrebbero il potenziale del 13,7%, portandolo a 39.000 TWh. Andrebbero poi considerati altri impatti come quelli per così dire sociali, quali l’impatto visivo, che potrebbero ridurre ulteriormente la crescita dell’eolico onshore. In acqua il potenziale tecnico dell’eolico si riduce invece di oltre il 90%, portandolo a 2.800 TWh (al 2020), perché a causa delle zone protette e per le rotte mercantili sarebbe possibile sfruttare solo il 4% del territorio marino entro i dieci chilometri dalla costa. Ma anche in questo caso, in totale, si avrebbe una produzione notevolissima, pari a 41.800 TWh, pari a 10-12 volte il fabbisogno elettrico europeo alla fine del secondo decennio del secolo.

Ma non ci sono solo i vincoli naturali: esistono anche freni a livello politico ed economico. Proprio dal punto di visto della competitività economica, se i costi di produzione dell’eolico vengono comparati ai costi di generazione medi dell’elettricità (PRIMES, scenario che prevede un prezzo della CO2 di 22 €/t al 2020), il rapporto ci dice che il potenziale di producibilità su terraferma si riduce a 9.600 TWh e quello offshore arriverebbe a 2.600 TWh, per un totale di 12.200 TWh.
Nonostante questa produzione eolica sia solo una piccolissima parte (circa il 15%) del potenziale tecnico, essa ammonterebbe ancora a 3 volte la domanda elettrica stimata al 2020, tanto che potrebbe far considerare fattibile una sempre più massiccia penetrazione di veicoli elettrici. E’ sconcertante pensare che oggi esistano alcuni detrattori di questa tecnologia che pubblicamente la additano come un’illusione o, peggio ancora, una bufala.
Certo, per una più elevata produzione di energia eolica sarebbero necessarie ampie modifiche nella rete di trasmissione e distribuzione, un compito fondamentale che spetta ai governi che dovrebbero favorire l’integrazione dell’eolico all’interno dell’intero sistema energetico. Ciò può essere fatto, suggerisce l’organismo europeo nel suo rapporto, attraverso la ricerca e lo sviluppo di nuove macchine e nuove tecnologie.

LB

9 giugno 2009

 

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