Nonostante la crisi, nell’anno che ci siamo lasciati alle spalle il giro d’affari delle energie pulite non ha interrotto la sua crescita, registrando un +5% rispetto al 2007, anche se gli investimenti hanno visto un calo del 17% dal primo al secondo semestre. Il merito della tenuta, spiega il report , è della crescita negli investimenti nei paesi emergenti. L’Europa, anche se continua a contare per circa un terzo degli investimenti mondiali, è cresciuta solo del 2%, mentre la Cina, divenuta il più grande mercato mondiale dell’eolico e il più grande produttore di moduli fotovoltaici, ha aumentato gli investimenti del 17%, l’India del 12% e l’Africa del 10%. Il Nord America invece ha visto calare dell’8% rispetto al 2007 i capitali destinati alle fonti rinnovabili.
Su un totale di 250 miliardi di dollari investiti in energia nel 2008, per una capacità installata di 157 GW, 35 miliardi sono andati a grandi progetti idroelettrici, per una capacità di 25 GW, mentre il resto, 105 miliardi per un totale di 40 GW, è andato alle tecnologie solari, eolico, mini-idroelettrico, biomassa e geotermia.
Tutto sommato un anno buono per le rinnovabili nonostante la difficoltà nell’accesso al credito dovuta alla crisi: non a caso molto hanno contato e conteranno sugli investimenti in energia pulita i pacchetti di misure per la ripresa economica messi in campo in varie parti del mondo. Da questo punto di vista gli Usa del pacchetto stimolo di Obama e la Cina sono le due nazioni che hanno fatto di più, con circa 67 miliardi di dollari ciascuno, mentre la Corea del Sud si conferma il paese con il pacchetto anticrisi più verde, con il 20% dei finanziamenti destinati alle rinnovabili. Secondo l’UNEP per una ripresa economica sostenibile dal 2009 al 2011 nel mondo si dovrebbero stanziare almeno 750 miliardi di dollari, cioè l’1% del prodotto interno lordo mondiale o il 37% del totale delle misure anticrisi adottate dai vari paesi.
Il futuro degli investimenti nell’energia pulita, sottolinea infine il report, dipende soprattutto dal prossimo accordo internazionale sul clima: “Il più grande pacchetto stimolo per le rinnovabili – sottolinea Acim Steiner, direttore dell’Unep nel presentare il rapporto – può arrivare dal vertice sul clima di Copenhagen. È lì che i Governi devono chiudere un accordo sul clima che porti certezze ai mercati della CO2 e che possa dare il via a investimenti trasformativi nella tecnologia pulita ed efficiente.
GM
8 giugno 2009