Emissioni europee, giù per il terzo anno consecutivo

  • 1 Giugno 2009

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Le emissioni di gas serra si riducono nel 2007 dell'1,6% sul 2006, mentre l'economia registrava una crescita del 2,7%. L'UE-15 ha ridotto le emissioni del 5% rispetto al 1990, e deve arrivare all'8% entro il 2012. Nonostante la riduzione anche in Italia, il ritardo resta notevole.

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Nel 2007 le emissioni di gas serra dell’Unione Europea calano per il terzo anno consecutivo. Lo afferma una nota della Commissione europea, che specifica come le emissioni di CO2 equivalenti, diminuite dello 0,9% nel 2005 e dello 0,6% nel 2006, nel 2007 siano diminuite dell’1,6% rispetto all’anno precedente.

I dati sono stati compilati dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) e presentati alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unfccc), nel recentissimo report Annual European Community greenhouse gas inventory 1990–2007 (vedi summary allegato).
L’inventario delle emissioni compilato dalla EEA per il 2007, l’ultimo anno per il quale sono disponibili dati completi, si riferisce alle emissioni nell’UE-15. Un dato piuttosto significativo visto che in quell’anno il Pil era cresciuto del 2,7% e ciò dimostra come nell’Unione Europea si sia riusciti a disunire la crescita delle emissioni dalla quella economica.

Poiché con questo risultato le emissioni nell’UE-15 scendono del 5% rispetto all’anno di riferimento (1990), possiamo dire che il percorso verso l’obiettivo del protocollo di Kyoto, cioè di ridurre le emissioni medie dell’8% nel periodo 2008-2012, stia andando nella giusta direzione.
Il principale fattore di riduzione delle emissioni nel 2007, pari a 64 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, è da attribuirsi al calo delle emissioni degli utenti domestici anche grazie alle temperature più miti, ma anche delle industrie manifatturiere e del settore siderurgico. Sono invece aumentate le emissioni causate dalla refrigerazione e dal condizionamento.

Nella maggior parte dei settori è stata registrata una riduzione delle emissioni nel periodo che va dall’anno di riferimento al 2007. Infatti la CO2 del settore industriale è diminuita del 14,1%, quella del settore dell’energia, esclusi i trasporti, del 7,4%; per quanto riguarda quella dovuta all’uso di solventi e di altri prodotti la riduzione è del 23,7%, per l’agricoltura dell’11,3% e quella provocata dai rifiuti del 38,9%.
Sono invece aumentate del 23,7% le emissioni causate in generale dai trasporti e del 24,7% quelle provocate dai trasporti su strada.

Anche l’Italia ha registrato nel 2007 una riduzione delle emissioni, pari all’1,8% rispetto al 2006. Tuttavia va ricordata la situazione di ritardo del nostro paese rispetto all’obiettivo di Kyoto, che consiste in una riduzione delle emissioni del 6,5% rispetto all’anno base (1990), valutate in 516,9 milioni di tonnellate. Per il 2007 risulta invece che le emissioni di CO2 equivalenti ammontano ancora a 552,8 milioni di tonnellate che rappresentano un aumento, rispetto al 1990, del 6,9%.
Secondo alcune stime ufficiose anche nel 2008 le emissioni dell’Italia si sono ridotte, e per il quarto anno consecutivo. Si può ritenere che siano state circa del 6% più alte rispetto al 1990. E’ probabile che anche nel 2009, a seguito della crisi, si avrà un’ulteriore riduzione delle emissioni, ma teniamo sempre presente che il nostro paese dovrà portarle a 483 Mt CO2 eq entro il 2012, un risultato ancora molto distante.

Per quanto riguarda l’EU-27, le emissioni sono calate dell’1,2% nel corso dell’anno 2007 e risultano diminuite del 12,5% rispetto all’anno di riferimento, che per alcuni Stati membri non è il 1990, e del 9,3% rispetto ai livelli del 1990.
La riduzione rispetto al 2006, pari a 59,4 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, è in larga misura attribuibile agli stessi motivi indicati per l’UE-15. Gli aumenti di emissioni nell’UE-27 sono stati registrati nei settori dei trasporti, della produzione di cemento e della produzione pubblica di energia elettrica e di calore nonché della refrigerazione e del condizionamento d’aria.
Il protocollo di Kyoto non prevede un obiettivo di riduzione delle emissioni per l’UE-27, poiché all’epoca i nuovi dodici Stati membri non facevano ancora parte dell’Unione. Tuttavia, questi si sono impegnati a titolo individuale, nell’ambito di Kyoto, a ridurre le emissioni del 6% o dell’8% rispetto ai livelli dell’anno di riferimento, con l’eccezione di Cipro e Malta che non hanno definito alcun obiettivo.

“Le recenti riduzioni delle emissioni nell’UE-15 ci confermano che saremo in grado di raggiungere l’obiettivo per noi previsto dal protocollo di Kyoto”, ha detto Stavros Dimas, commissario europeo responsabile dell’Ambiente.
Dimas spera anche che questo risultato potrà “far concentrare tutti gli sforzi sulla conclusione di un ambizioso accordo globale sul clima per il periodo successivo al 2012 nell’ambito della conferenza di Copenaghen in dicembre”.
Sebbene nel 2007 la riduzione delle emissioni nell’UE-15 fosse in parte dovuta a condizioni atmosferiche favorevoli in alcuni Stati membri, “la tendenza al calo negli ultimi tre anni indica che iniziano a dare frutti le politiche e le misure proattive in materia di clima adottate a livello nazionale e dell’Ue in seguito a Kyoto – ha concluso il commissario UE all’Ambiente – il pacchetto su clima ed energia approvato il mese scorso garantirà negli anni a venire riduzioni ancora più rilevanti”.

LB

1 giugno 2009

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