Pacchetto Usa, simbolo del new green deal mondiale

  • 5 Marzo 2009

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Nel suo discorso al Congresso Obama torna a sottolineare l'importanza delle misure verdi del pacchetto anticrisi. Una manovra che è diventata un simbolo del "green new deal" mondiale, ma che secondo le ultime raccomandazioni di Lord Stern non fa ancora abbastanza.

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Nel suo primo discorso davanti al Congresso riunito in sessione plenaria, martedì sera, Barack Obama ha messo ancora una volta l’accento su come gli investimenti in energia pulita ed efficienza siano l’ingrediente principale per uscire dalla crisi. Come paragone ha usato il caso della cittadina di Greensburg, in Kansas, distrutta da un tornado nel 2007 e che ora sta risorgendo progettata all’insegna del risparmio energetico e delle rinnovabili. Nell’appello al Congresso e al paese, affinché lo sostengano nelle scelte anticrisi, ancora una volta il presidente Usa ha sottolineato l’importanza per l’economia dello sviluppo della parte verde del “pacchetto stimolo”.

“Stenderemo presto migliaia di miglia di linee elettriche per portare nuova energia alle città del paese e metteremo gli americani al lavoro per costruire case efficienti che ci permetteranno di risparmiare miliardi sulla bolletta”, ha ribadito, chiarendo come la questione energetica sia in cima alle priorità della Casa Bianca e chiedendo esplicitamente alle Camere di muoversi per definire una legge sul carbon trading perché, ha spiegato, c’è il bisogno di “rendere l’energia rinnovabile quella più redditizia”.

Idee che il presidente americano ha fatto diventare una bandiera, tanto che il suo pacchetto stimolo da 787 miliardi di dollari è divenuto a livello mondiale quasi un simbolo di una politica anticrisi che punta alla transizione verso il low-carbon come ricetta per far ripartire l’economia. Nella manovra voluta da Obama infatti gli investimenti verdi hanno un ruolo chiave e la misura sta avendo il significato di un esempio da replicare a livello internazionale.

I 100 miliardi di dollari che il pacchetto destina a efficienza, rinnovabili, e ricerca sono in effetti l’intervento più importante a livello mondiale destinato all’economia low-carbon. La questione cambia solo a livello relativo: i 100 miliardi Usa sono poco meno del 13% del pacchetto stimolo, mentre l’ultimo rapporto dell’economista Lord Nicholas Stern (vedi Qualenergia.it) raccomandava di destinare agli investimenti verdi almeno il 20% delle cifre stanziate. Allo stesso modo gli investimenti verdi del pacchetto non arriverebbero nemmeno all’1% di prodotto interno lordo che le Nazioni Unite suggeriscono di spendere per contrastare il riscaldamento globale.

Anche se è ancora presto per una classifica, secondo i dati citati dal Guardian diversi paesi stanno facendo meglio degli Usa. La Corea del Sud, ad esempio, ha destinato agli investimenti ecologi circa i due terzi dei 36 miliardi di dollari stanziati contro la crisi, cioè circa il 3% del Pil; la Cina almeno un terzo dei 580 miliardi stanziati. In Europa la percentuale di spesa per la sostenibilità nelle misure anticrisi è del 14%, con la Francia che arriva al 19%, la Germania che si ferma all’8%, la Polonia che non spende niente in investimenti verdi e l’Italia che lo fa per un ammontare “trascurabile”.

Tuttavia, a prescindere dall’impegno economico in percentuale, quella americana è una misura efficace e coraggiosa, che ha suscitato il plauso delle associazioni ambientaliste americane. Una scelta tanto più rilevante se confrontata con la politica dell’amministrazione precedente.

Per quanto riguarda il confronto con quanto raccomandato dall’ultimo rapporto di Stern e colleghi, poi, gli interventi voluti da Obama paiono mirati: un ruolo importante nel pacchetto lo ha soprattutto il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici, una delle misure che secondo il report producono i migliori risultati in termini di ritorno economico e occupazionale.

Dei 4 milioni di posti di lavoro che si prevede creerà l’intero pacchetto, circa 2 saranno legati all’economia verde. E se quello americano, che abbiamo visto non è nemmeno il piano più verde in assoluto, sarà d’esempio agli altri paesi, la crisi può diventare veramente un’opportunità per produzioni e consumi più sostenibili.

GM

25 febbraio 2009
 
 
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