L’effetto economia verde

  • 3 Marzo 2009

CATEGORIE:

Uno studio realizzato da Ambiente Italia per la provincia di Roma sulle ricadute economiche, occupazionali e ambientali legate ad interventi strutturali per l'efficienza energetica, le fonti rinnovabili e il rafforzamento della mobilità pubblica.

ADV
image_pdfimage_print

Siamo in una recessione economica mondiale. In tutti i paesi, negli Stati Uniti, in Europa, nei paesi asiatici emergenti si lavora attorno ad una idea di ripresa economica e di sostegno dell’occupazione attivando gli investimenti pubblici e privati nei settori più innovativi.
E, in primo luogo, nella conversione ambientale, nel risparmio energetico, nella lotta al cambiamento climatico, per ottenere un “doppio dividendo”: di sviluppo economico e di qualità ambientale. Programmi di “green economy” o di “green new deal”, per la ripresa economica, approvati in alcuni dei principali paesi, prevedono investimenti complessivi di almeno 450 miliardi di dollari, per il 50% da investire già nel 2009.

Lo studio svolto da Ambiente Italia per conto della Provincia di Roma traccia (vedi allegato), sulla base dei soli programmi già esistenti e approvati (anche se solo in parte finanziati), una valutazione dei potenziali effetti economici, occupazionali, energetici e ambientali di un programma di azioni e di investimenti nell’efficienza energetiche e nelle infrastrutture ambientali.

La Provincia di Roma è nella peculiare situazione di essere dotata dei necessari pre-requisiti (capacità produttiva, consumi, dotazione in ricerca e sviluppo, dimensione demografica e territoriali, risorse ambientali e, non ultimo, immagine internazionale) allo sviluppo di una “economia verde” e al tempo stesso di essere in ritardo proprio nella dotazione infrastrutturale ambientale e nei livelli di protezione dall’inquinamento. Una situazione che esalta e rende quasi necessario lo sforzo verso una conversione ambientale del sentiero locale di sviluppo.

Lo scenario studiato prevede azioni in sette grandi aree, le aree delle sette grandi sfide ambientali:

  • efficienza energetica e sviluppo delle fonti rinnovabili
  • risparmio idrico ed efficienza nella distribuzione
  • recupero e riciclo dei rifiuti
  • trasporto pubblico e mobilità sostenibilità
  • pianificazione del territorio e qualificazione ambientale dell’agricoltura
  • valorizzazione del patrimonio naturalistico
  • sviluppo degli acquisti verdi, in primo luogo da parte della pubblica amministrazione

Gli obiettivi individuati, con una scadenza al 2015 – 2020, sono:

Meno dipendenza energetica, meno emissioni climalteranti: una riduzione delle emissioni di circa 8 milioni di tonnellate, in linea con gli obiettivi strategici assegnati all’Italia nell’ambito dell’Unione Europea; un risparmio energetico di circa 1,7 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio, attraverso:

  • forti interventi nell’efficienza energetica degli edifici (in primo luogo attraverso una ristrutturazione energetica dell’esistente, su un parco di oltre un milioni di appartamenti e con la sostituzione di oltre mezzo milione di caldaie);
  • sviluppo delle fonti rinnovabili compatibili con il territorio (in primo luogo energia solare).

Più risorse recuperate, meno rifiuti in discarica: ridurre di almeno il 5% l’intensità di produzione dei rifiuti nell’arco dei prossimi 10 anni (rifiuti per unità di Pil a valore costante), raggiungere l’obiettivo di una raccolta differenziata al 35% entro il 2009-2010, arrivando negli anni successivi a superare il 50%.
Più acqua buona, meno sprechi e dispersioni: ridurre di 35 milioni di metri cubi le dispersioni della rete di distribuzione idrica; ridurre di 45 milioni di metri cubi i consumi finali (ca. 10%), attraverso interventi di efficienza e di recupero e riuso delle acque.
Muoversi meglio: la cura del ferro: ridurre gli spostamenti e i consumi energetici della mobilità su gomma; aumentare la capacità di trasporto ferroviario locale (un primo obiettivo è passare da 350mila a 600mila passeggeri al giorno); creare una rete di piste ciclabili, anche al servizio delle connessioni casa-scuola e casa-lavoro.
Arricchire le risorse naturali: aumentare la superficie destinata all’agricoltura biologica fino a raggiungere un valore pari almeno al 15% della SAU totale; attivare l’istituzione di nuove aree protette fino a una superficie tutelata di 150.000 ettari; realizzare interventi di forestazione su superfici pari a 500 ettari l’anno, allo scopo di migliorare la funzionalità ecologica del territorio e contribuire all’assorbimento delle emissioni di CO2

La valutazione ha considerato i seguenti interventi:

  • interventi di efficienza energetica nel settore residenziale, civile e terziario (al cui interno rientrano anche alcuni interventi di risparmio idrico);
  • interventi di sviluppo delle fonti rinnovabili (solare termico, solare fotovoltaico, biomasse solide, geotermia, teleriscaldamento);
  • interventi di potenziamento del trasporto pubblico e ferroviario;
  • interventi di potenziamento della raccolta differenziata;
  • interventi per impianti di compostaggio e valorizzazione del riciclo.

Per le diverse macro-tipologie di interventi sono forniti i valori degli investimenti, degli occupati, dei risparmi energetici e di emissioni di CO2 al completamento dell’intervento totale (orientativamente anno 2030) e al completamento degli interventi prioritari (orientativamente 2015-2020) – vedi tabella.

Lo studio ha dunque:

  • effettuato una selezione degli interventi già programmati, in funzione dell’efficacia ambientale (spesa per t di CO2) e di efficacia occupazionale (addetti/milione di euro di investimento);
  • previsto di accelerare la realizzazione di una quota degli interventi nell’arco del periodo 2009-2012 per quanto riguarda il settore rifiuti, del periodo 2009-2015 per gli interventi di efficienza energetica e di solare termico (tra loro integrati) e nel periodo 2009-2015/2020 per quanto riguarda gli interventi nel settore dei trasporti e delle altre fonti rinnovabili (per i quali sono ipotizzabili tempi più lunghi di completamento).

La realizzazione del primo complesso di interventi – interventi prioritari – consente di raggiungere al 2015-2020 gli obiettivi di efficienza energetica e di riduzione delle emissioni climalteranti conforme agli ambiziosi obiettivi del pacchetto europeo “20-20-20”.
L’investimento complessivo, sull’arco dell’intero periodo e prodotto sia dallo stato che dai privati (famiglie e imprese) è nell’ordine di 13 miliardi di euro, grosso modo ripartiti nell’arco di un decennio.
La quota di investimento pubblico, al netto di sgravi fiscali e incentivi sui prezzi (certificati verdi, conto-energia), in questo periodo è pari a circa 6 miliardi di euro, per il 50% riconducibile a infrastrutture di trasporto pubblico.

A fronte di un investimento totale pari al 44% della stima sul totale degli interventi pianificati fino al 2030, con gli interventi prioritari nell’arco 2009-2015 si determinano il 51% degli occupati diretti, il 57% dei risparmi energetici e il 59% della riduzione delle emissioni di CO2
Gli occupati generati diretti sono pari a 170.000 posti a tempo pieno/anno, gli occupati indiretti e indotti sono pari ad un minimo di circa 140mila unità/anno.

Duccio Bianchi (Ambiente Italia srl – Istituto di Ricerche)
con la collaborazione di Giulio Conte, Giuseppe Dodaro e Rodolfo Pasinetti

“Il surriscaldamento della terra è adesso. La domanda non è se una nuova economia dell’energia rinnovabile potrà prosperare in futuro, ma è dove ciò accadrà. Non possiamo più permetterci di aspettare ancora”.
Barack Obama, 24 gennaio 2009


3 marzo 2009

 

Potrebbero interessarti
ADV
×