Petrolio, verso la disintossicazione?

  • 24 Febbraio 2009

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Il mondo romperà la sua dipendenza dal petrolio prima di arrivare ad avere problemi di approvigionamento? Un'analisi della società di consulenza ADL fa pensare di sì: lotta al global warming, ricerca dell'indipendenza energetica e volatilità dei prezzi spingerebbero lontano da questa fonte.

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Pochi giorni fa riportavamo l’analisi diffusa dai vertici dell’International Energy Agency, secondo la quale i mancati investimenti di questo periodo porteranno – una volta che l’economia si sarà ripresa – ad un supply crunch, ossia ad un’offerta di petrolio troppo scarsa rispetto alla domanda. Parlando di petrolio la paura suscitata dalla maggior parte delle analisi che incontriamo è infatti quella che non ce ne sia abbastanza: che gli investimenti siano troppo scarsi o che le risorse naturali si esauriscano troppo velocemente, creando un grosso problema a un’economia mondiale ancora troppo dipendente da questa fonte.

Questa settimana l’agenzia di consulenza Arthur D. Little (ADL) pubblica un report che invece ribalta la visione: la domanda di petrolio, questo il sunto estremo del documento, sul lungo periodo calerà e questo potrebbe essere un problema per le aziende del settore. Secondo “The Beginning of the End for Oil?” (vedi allegato) un insieme di fattori farà sì che, anche quando l’economia si sarà rimessa, il fabbisogno del petrolio continui a ridursi sul lungo periodo. A guidare verso il basso la domanda – spiega l’autore, Peter Hughes, ex dirigente British Gas e ora direttore del settore energie e utilities di ADL, tre elementi: le politiche per la lotta ai cambiamenti climatici, le preoccupazioni per la sicurezza degli approvvigionamenti e l’insicurezza data dalla volatilità del prezzo del barile.

Fattori che, fa notare l’analisi, si vedono anche nelle variazioni delle ultime stime dell’Energy Information Administration del Dipartimento per l’energia statunitense: si è previsto che al 2030 si useranno 10 milioni di barili in meno di quello che si era stimato in precedenza.

Ma che dire invece della visione condivisa da molti (tra i quali l’IEA) secondo cui il calo della domanda nei paesi sviluppati sarà ampiamente compensato da una maggiore richiesta di Cina, India e altri paesi del BRIC? Secondo Hughes le economie emergenti cercheranno, al pari di quelle sviluppate, di allontanarsi dal petrolio. La Cina, ad esempio, ha già ben identificato nella sua dipendenza dal petrolio estero una minaccia per la crescita economica.

Il settore dei trasporti, che al momento assorbe il 50% del petrolio prodotto – spiega Hughes – sta slegandosi sempre di più da questa fonte e la Cina potrebbe scegliere di affrancarsi dalla sua dipendenza energetica dall’oro nero scegliendo motorizzazioni alternative per le centinaia di milioni di auto che nei prossimi anni si venderanno nel paese. Insomma, dopo una temporanea ripresa della domanda, secondo il report, il bisogno di petrolio a livello globale si ridurrà, complici le politiche anti global warming che si stanno per attuare in Europa e Stati Uniti e le strategie di diversificazione del mix energetico verso cui tutto il mondo sta tendendo.

Lo stesso avverrà, in misura minore, per gas e carbone. Se il gas condivide con il petrolio il problema della sicurezza degli approvvigionamenti, ha però il vantaggio di essere privilegiato nelle politiche anti-global warming, poiché implica meno emissioni, mentre il carbone, favorito da disponibilità e prezzo relativamente basso e stabile, potrebbe essere fortemente penalizzato dai limiti sulla CO2.

In conclusione il report di ADL – che a dire il vero contiene pochi numeri a suffragare la tesi ma si pone più che altro come analisi qualitativa – dipinge uno scenario ottimistico, da fine imminente dell’era fossile. Il consiglio finale che dà alle compagnie del settore  gas e petrolio: diversificare gli investimenti sia tra le fonti, che lungo la catena dell’energia, puntando ad esempio sulle infrastrutture elettriche visto che l’elettricità sarà con ogni probabilità il vettore energetico del futuro.

GM

24 febbraio 2009
 
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