Strategia globale per rottamare petrolio e nucleare

  • 28 Ottobre 2008

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Il nuovo rapporto di Erec e Greenpeace parla di rivoluzione energetica: come soddisfare il 56% della domanda di energia primaria mondiale al 2050 con le rinnovabili e risparmiare 14mila miliardi di euro in combustibili fossili.

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Puntando sulla produzione di energia decentralizzata da fonti rinnovabili, sull’efficienza energetica è possibile soddisfare il 56% della domanda di energia primaria mondiale al 2050 e risparmiare 14mila miliardi di euro nella spesa in combustibili fossili.

Questi in estrema sintesi i risultati raggiunti e dimostrati dal nuovo rapporto “Energy [R]evolution: A Sustainable World Energy Outlook“, presentato ieri a Berlino da Greenpeace International ed Erec (European Renewable Energy Council) (vedi in allegato).
Lo sviluppo di un sistema energetico “distribuito” è in grado anche di coprire la domanda di energia di oltre due miliardi di persone che attualmente ne sono sprovvisti. Inoltre, una simile rivoluzione energetica producendo elettricità e calore vicino al punto di utilizzo darebbe maggiore efficienza al sistema evitando gli sprechi relativi alla conversione e alla distribuzione dell’energia.

Due sono gli scenari presi in considerazione fino al 2050. Lo Scenario di Riferimento è basato sullo scenario presentato dalla IEA nel World Energy Outlook 2007, estrapolato dal 2030 al 2050, con tassi annuali di crescita medi del Pil di 3,6%. Lo Scenario Energy [R]evolution punta invece a bloccare la crescita delle emissioni di gas serra al 2015 e a ridurle al 2050 del 50% in meno rispetto ai livelli del 1990. Le emissioni pro capite dovrebbe ridursi a meno di 1,2 tonnellata di CO2 per anno.

Le misure che devono essere intraprese secondo lo scenario innovativo presentato dal documento sono diverse:

  • Sfruttamento dell’enorme potenziale di efficienza energetica, tale da far aumentare solo di poco la domanda attuale (2005), cioè da 474,900 PJ/anno a 480,860 PJ/anno nel 2050.
  • Aumento dell’uso combinato di calore ed elettricità per migliorare l’efficienza di conversione del sistema energetico. Un aumento che verrebbe limitato, nel lungo periodo, dalla diminuzione della domanda di calore e dalla crescente produzione di energie rinnovabili termiche.
  • Nel settore elettrico entro il 2050 il 77% dell’elettricità sarà prodotta da rinnovabili, incluso l’idroelettrico, con una potenza di 9.100 GW in grado di produrre 28.600 TWh/anno.
  • Nel settore termico il contributo delle rinnovabili potrà arrivare al 70% entro il 2050, utilizzando soprattutto biomasse, solare termico e geotermia.
  • Le potenzialità dei biocombustibili saranno legate alla rapidità di quelli veramente sostenibili. Un ruolo importante lo avranno tuttavia le vetture elettriche soprattutto a partire dal 2020.

Forti investimenti nella generazione da fonti rinnovabili e nell’efficienza energetica potrebbero creare un’industria dal valore annuale di 290 miliardi di euro, permettendo così di affrontare seriamente il problema dei cambiamenti climatici. Attraverso questa “rivoluzione energetica” pulita, secondo il rapporto, si potrebbero risparmiare circa 14mila miliardi di euro nella spesa in combustibili fossili, oltre a sostenere l’occupazione a livello mondiale.
Secondo lo Scenario Energy [R]evolution il costo addizionale per l’offerta di elettricità ammonterà ad un massimo di 10 miliardi di dollari all’anno nel 2010, decrescendo da questo anno in poi.

Hanno collaborato alla stesura del documento (212 pagine) anche esperti dell’Institute of Technical Thermodynamics del German Aerospace Centre (DLR) oltre a 40 scienziati e ingegneri provenienti da università, istituti di ricerca e industria del settore del settore dell’energia rinnovabile di tutto il mondo.

Oliver Schafer, direttore di Erec ha dichiarato che “il mercato globale delle fonti rinnovabili può continuare a crescere a tassi con due cifre fino al 2050, superando le dimensioni attuali del mercato delle fonti fossili. Oggi il mercato delle rinnovabili vale 70 miliardi di dollari all’anno, ma raddoppia ogni tre anni”.

Le azioni della politica dovranno orientarsi verso una graduale uscita dalle fonti fossili e del nucleare, anche attraverso l’internalizzazione dei costi esterni della produzione energetica, definendo target obbligatori e aumentando le spese nella ricerca nel campo delle rinnovabili e dell’efficienza energetica.

28 ottobre 2008

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