Verso il declino dei consumi di energia?

  • 30 Giugno 2008

Stiamo andando verso un calo dei consumi di energia e delle auto sulle strade? I dati sembrano confermarlo. Il 2007 potrebbe essere l'anno in cui i consumi di benzina avranno raggiunto il loro massimo negli Usa. L'editoriale di Gianni Silvestrini.

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Gli scenari energetici che vengono elaborati tendono a riprodurre il passato, con valori della domanda in continua crescita. Ma sarà proprio questo il futuro che ci aspetta? In che modo incideranno politiche governative efficaci e soprattutto i prezzi dell’energia sempre più alti?
Alcuni segnali sembrano indicare che ragionare con la testa rivolta indietro può portare a grossi abbagli.

L’Unione Europea nel 2007 ha registrato un calo della domanda di energia del 2,2%, spiegabile solo in parte con le miti condizioni climatiche. In alcuni Paesi la riduzione è stata anche più marcata. Ad esempio, i consumi di energia primaria della Danimarca sono diminuiti del 6,9% rispetto all’anno precedente. Effettuate le opportune correzioni per tener conto dell’effetto del clima e degli scambi con l’estero di elettricità, i consumi danesi risultano aumentati di un modesto 0,5% a fronte di un incremento del Pil dell’1,8%. Hanno contribuito a questo disaccoppiamento anche alcune iniziative specifiche del Governo verso l’uso efficiente dell’energia con una riduzione del 10% dei consumi elettrici della pubblica amministrazione.

Anche in Germania i dati dei consumi del 2007 evidenziano una riduzione del 5,6%. Pur tenendo conto delle correzioni derivanti dal clima mite, è indubbio che hanno contribuito a questo calo, oltre agli alti prezzi dell’energia, anche alcune politiche incisive sul versante dell’efficienza energetica.
In Italia infine i consumi del 2007 sono scesi del 2%, dopo che anche l’anno precedente si era evidenziato un calo dello 0,7%.

Con il greggio che punta deciso verso i 150 $/barile è interessante analizzare gli effetti sul comparto dei trasporti.
Iniziamo con gli Usa, dove l’impatto risulta particolarmente incisivo. L’assenza dello schermo dell’euro e la bassissima componente fiscale ribaltano, infatti, direttamente gli aumenti del petrolio sul prezzo dei carburanti. Correggendo i dati per l’inflazione, nel 2002 un gallone di benzina costava mediamente 1,3 $, mentre ora la premium si acquista a 4,5 $.
Alcuni effetti sono già palesi. Si riducono i chilometri percorsi (Fig. 1) e aumentano invece le vendite dei veicoli a minore consumo (Fig. 2). Lo scorso mese di aprile le vendite auto ibride hanno superato per la prima volta il 3% del totale. Secondo le valutazioni ufficiali, i consumi di carburanti dovrebbero ridursi nel 2008 dell’1,5% (290.000 barili/giorno in meno).

Secondo un rapporto dell’autorevole Cambridge Energy Research Associates, se i prezzi continueranno a mantenersi alti il 2007 potrà essere ricordato come l’anno in cui i consumi di benzina avranno raggiunto il loro massimo negli Usa.
Inoltre, il mantenimento di alte quotazioni del greggio comporterà significative ripercussioni nel settore dei trasporti. Secondo il rapporto Cibc World Markets, nel 2012 gli Usa potrebbero vedere 10 milioni di automobili in meno sulle proprie strade.
Passando all’Italia, i primi 5 mesi di quest’anno segnalano un calo dell’1,3% dei consumi di carburanti. In alcune città, a maggio i consumi hanno registrato un vero crollo sullo stesso mese del 2007, con il 30% in meno a Genova, il 20% in meno a Torino, Firenze e Bologna.

Insomma, la fine dell’energia a basso prezzo porterà a forti cambiamenti che, se ben governati, indurranno modifiche dei nostri stili di vita e influenzeranno anche lo sviluppo industriale, con una minore spinta alle delocalizzazioni.
 

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