L’innovazione nel fotovoltaico secondo Pistorio

  • 16 Maggio 2008

Secondo Pasquale Pistorio, vicepresidente di Confindustria, ricerca e innovazione possono portare il fotovoltaico ad essere competitivo con le fonti fossili già a metà del prossimo decennio. L'intervista realizzata a Solarexpo.

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“Ricerca e innovazione e iniziative industriali faranno abbassare i costi del fotovoltaico a metà del prossimo decennio tanto da renderlo competitivo con le fonti fossili”. E’ quanto ci ha detto in un’intervista Pasquale Pistorio ai margini del convegno “L’industria italiana del fotovoltaico. Gli sviluppi produttivi della supply chain e l’attività strategiche di ricerca e sviluppo” svoltosi ieri nel corso di Solarexpo & Greenbuilding a Verona.
Pasquale Pistorio, vicepresidente di Confindustria, è una importantissima e riconosciuta personalità nel campo dell’innovazione industriale italiana, ed è anche responsabile del programma “Industria 2015”, per il filone Efficienza energetica e Fonti rinnovabili, istituito dal Ministero dello Sviluppo Economico del Governo Prodi. Il programma ha l’obiettivo di mettere in atto misure per la ricerca e l’innovazione in grado di generare nuovi processi e prodotti che potranno, da un lato, contribuire a risolvere la sfida energetica del paese e, dall’altro, a creare nuove realtà industriali, imprese e nuovi posti di lavori. Tra i progetti presentati molti sono quelli connessi al solare e, in particolare, al fotovoltaico.

Ing. Pistorio ci può fare il punto su “Industria 2015”?
Industria 2015 è ormai legge dello Stato. Sono partiti i bandi per alcuni programmi e in particolare per quello legato all’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili. La caratteristica importante di questo programma è che i progetti devono essere presentati da consorzi costituiti tra centri di ricerca pubblici e imprese, devono avere un notevole grado di novità e innovazione, una forte e certa ricaduta industriale, essere valutati da una agenzia esterna che si avvalga di valutatori indipendenti e, infine, essere monitorati. Un pacchetto nuovo che si avvale di risorse importanti. La parte dedicata all’energia ne ha circa 350 milioni. I bandi chiuderanno a fine giugno ma potrebbero essere prorogati.

Come vede il mercato nazionale del solare e quali sono per lei le prospettive del settore?
L’Italia è ancora in ritardo, ma sul solare fotovoltaico siamo ancora in tempo per prendere la nuova ondata. Celle e moduli sono ancora fatti con le fette di silicio; si può migliorare l’efficienza e ridurre ancora i costi, ma la soluzione per una diffusione di massa sarà legata all’innovazione e a quella che chiamo la nuova ondata tecnologica affidata alla ricerca. Il programma “Industria 2015” è appunto un forte elemento per creare queste condizioni. Penso in particolare al silicio a film sottile depositato su substrato inerte, con efficienze via via crescenti e con costi sempre minori. Con queste innovazioni e nuove tecniche, utilizzando anche le nanostrutture per migliorare l’efficienza, ritengo che per il 2015 avremo sistemi fotovoltaici tali da produrre energia a costi competitivi con quelli delle fonti fossili. E poi ci saranno generazioni future, penso alla plastica, ai polimeri.

Il fotovoltaico allora potrà entrare con grande dignità nel mix elettrico con quote importanti?
Oggi è su livelli bassissimi, ma con una crescita vertiginosa negli ultimi 5-6 anni sia all’estero che in Italia. Nella metà della prossima decade avrà una quota davvero importante sulla produzione elettrica. Ma è importante che i costi diminuiscano grazie soprattutto alla ricerca e ai nuovi prodotti che ne scaturiranno. Il fotovoltaico allora sarà sostenuto dai propri costi industriali e non più da incentivi. Negli anni ’20 sarà ancora molto più rilevante.

Il futuro di “Industria 2015” alla luce dell’insediamento del nuovo governo?
La cooperazione tra ricerca e industria, e un programma come “Industria 2015”, sono un patrimonio del paese e delle imprese. Deve esserci continuità. Lo ha chiesto anche Confindustria ai due schieramenti politici prima delle elezioni. Sono convinto che anche questo governo considererà importante consolidare ed estendere le misure intraprese perché contribuiranno a creare importanti ricadute economiche decisive anche dal punto di vista occupazionale.

Intervista a cura di Leonardo Berlen

16 maggio 2008

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