“A ventidue anni da Chernobyl nessuno dei problemi di allora è stato minimamente risolto – afferma il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza – scorie radioattive, sicurezza degli impianti, costi altissimi, rendono inutilizzabile il nucleare. Inoltre quello che i fanatici dell’atomo fanno finta di non sapere è che la battaglia per la riduzione della CO2 non può aspettare i 10 anni che come minimo sono necessari per costruire una centrale nucleare”.
Solo in Europa i rifiuti nucleari sono 100 mila tonnellate e crescono di 40 mila metri cubi all’anno e nessun Paese ha realizzato un sito definitivo per trattarli. E problematico è anche lo smantellamento degli impianti arrivati alla fine del loro ciclo di vita: può costare da 500 milioni a 2,6 miliardi di dollari a seconda della tecnologia del reattore. “In questi anni – continua Cogliati Dezza – ci siamo impegnati in tantissime azioni rivolte a contrastare la proliferazione energetica nucleare, a svolgere un’azione di stimolo per lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili, a chiedere la messa in sicurezza del reattore esploso a Chernobyl, a portare sostegno alla popolazione bielorussa che ancora oggi vive un’emergenza ambientale, sociale e sanitaria. Per tale motivo in occasione di questo anniversario abbiamo indetto una settimana di iniziative per ricordare quel terribile incidente ribadendo il nostro No al nucleare”
Mostre, documentari, banchetti informativi e convegni organizzati in tutta Italia da Legambiente per saperne di più non solo sui motivi per dire “No” al nucleare, ma soprattutto sulle opportunità offerte dalle fonti rinnovabili, l’unica strada in grado di far raggiungere all’Italia l’obiettivo europeo al 2020 del 30-20-20 (30% di riduzione delle emissioni di anidride carbonica, 20% di efficienza e 20% di energia prodotta da fonti rinnovabili).
21 aprile 2008