Picco del petrolio russo?

  • 16 Aprile 2008

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Il barile ha toccato il nuovo record di 114,53 €. Tra le varie cause anche il declino della produzione petrolifera in Russia. Secondo gli operatori russi nei prossimi anni potremmo assistere ad un calo continuo dell'estrazione.

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Il prezzo del barile di petrolio ha toccata ieri un nuovo record: 114,53 $. Dollaro debole, scarsa produzione, aumento della domanda dei paesi produttori, speculazione, picco del petrolio mondiale? Tutte motivazioni possibili.

Un’ulteriore causa la mette in luce BBC News: la prossima offerta di petrolio russo è fortemente minacciata da un probabile declino dei livelli di produzione. Leonid Fedun, uno dei dirigenti della più grande compagnia petrolifera della Russia, la Lukoil, ha dichiarato che per sviluppare nuove riserve in modo da mantenere inalterata la produzione servirebbe un investimento pari a 1000 miliardi di dollari (1 trilione di $). Infatti, ci sono forti dubbi che la produzione in questa area possa continuare a crescere senza che un tale quantitativo di risorse economiche venga messo in gioco.

Ma ad incidere probabilmente sul rialzo del prezzo del barile è la notizia che la produzione russa, una delle più importanti nel mondo, è calata dell’1% nel primo trimestre 2008 rispetto allo stesso periodo del 2007. La Russia ha estratto nei primi tre mesi dell’anno circa 10 milioni di barili al giorno, poco meno di un ottavo di tutto il consumo mondiale. Una quota ancora molto rilevante che arriva soprattutto dalla regione siberiana.

Il dubbio che ci si trovi di fronte al “picco” del petrolio russo sembra trasparire dall’intervista che Fedun ha rilasciato al Wall Street Journal: “Quando la produttività dei pozzi crolla, allora bisogna perforare sempre di più”. “Voi avete visto queste cose in Alaska e nel Golfo del Messico – ha continuato il dirigente della Lukoil – ora le state vedendo anche in Siberia”.
Anche gli analisti di Citigroup hanno recentemente annunciato che incrementi annuali della produzione russa potrebbero non essere più garantiti, anche se l’aspettativa è di un suo aumento almeno fino al 2012.

Siamo di fronte ad una crisi annunciata da tempo secondo alcuni osservatori. E per alcuni, come il direttore di Russian Petroleum Investor, il picco del petrolio russo è stato raggiunto lo scorso anno e l’attuale declino produttivo potrebbe durare per molti anni.
Visti anche gli scarsi investimenti nel settore è molto probabile che la Russia tra pochi anni non sarà più un fornitore affidabile di risorse energetiche, a cominciare da quelli petrolifere.

LB

16 aprile 2008

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