Mamme ecologically correct

  • 27 Febbraio 2008

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In California un movimento di mamme ecologiche spinge a fare scelte ambientalmente corrette. Conta circa 9.000 aderenti, fa uso di internet e si basa sul fatto che le donne controllano l'80% degli acquisti domestici.

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Dove, se non in California, poteva nascere negli Stati Uniti il movimento delle “ecomamme”? Un movimento che grazie ad Internet nel paese conta oggi circa 9.000 aderenti. Non è il classico gruppo di pressione, non fa political lobby, salvo che per la richiesta alle autorità locali di emanare normative verdi per le nuove costruzioni.

Parte dalla semplice constatazione che le donne controllano l’80% degli acquisti domestici per i quali c’è possibilità di scelta. Ogni ecomamma si preoccupa quindi di mettere in pratica i principi ispiratori del movimento innanzi tutto a casa propria, poi nelle scuole frequentate dai figli, e solo partendo da questa base cerca di diffondere altrove una moderna coscienza ambientale.
Insomma, le ecomamme si preoccupano di interventi minuti, ma fattibili. Installazione di lampade fluorescenti compatte; congegni per minimizzare i consumi energetici durante gli stand-by della moltitudine di apparati elettrici presenti in ogni casa americana; uso dell’automobile solo per il minimo indispensabile, cercando sempre di mantenere la velocità ottimale dal punto di vista dei consumi di carburante; i lunch per figli da consumare a scuola preparati per quanto possibile “waste-free”; un controllo costante sui prodotti utilizzati nelle scuole frequentate dalla prole; scelta di prodotti privi di componenti tossici per la pulizia, l’igiene personale e il trucco; acquisto di mobili a basso contenuto di formaldeide; mangiare per quanto possibile cibi prodotti localmente, in modo da minimizzare i consumi energetici per il loro trasporto; ridurre di almeno il 10% i rifiuti; usare l’irrigazione goccia a goccia per il giardino Per chi conosce le abitudini americane, abbassare il termostato in modo da obbligare i familiari a indossare un maglione quando sono in casa, è atto quasi eversivo.

Un’attenzione particolare viene rivolta ai giocattoli dei propri figli, sia quando si acquistano, sia al momento di dismetterli. Fra le ecomamme è oramai prassi consolidata regalarli a qualcun altro in occasione di compleanni e il riuso va avanti finché il giocattolo non è più fruibile.
Non tutto, ovviamente, fila liscio. La presenza di un SUV davanti alla casa di una delle affiliate è causa di non rare controversie, come la scelta fra conservare ancora per qualche anno i muri tinteggiati con composti organici volatili e sostituirli subito con prodotti ecocompatibili.
Nelle famiglie meno abbienti o dove il marito non è abbastanza convinto delle scelte della moglie, l’acquisto di cibi da agricoltura ecologica, più costosi, crea spesso dissensi familiari, talvolta di una certa gravità.
Tuttavia il movimento delle ecomamme è in crescita e ogni giorno aggiunge un tassello al percorso verso una società ambientalmente più sostenibile. Le protagoniste di questo microambientalismo non si occupano di politica, ma hanno un testo di riferimento: An Inconvenient Truth di Al Gore. E un portale che frequentano molto, Ask Umbra, redatto da un’unica persona.

G.B. Zorzoli

27 febbraio 2008

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