Decentriamo l’obiettivo 2020

  • 31 Gennaio 2008

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L'obiettivo vincolante di una quota di rinnovabili del 17% è per l'Italia un compito che richiederà un salto di qualità per il nostro Paese, che senza un ruolo attivo delle Regioni non potrà essere assolto. L'editoriale di Gianni Silvestrini.

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2008 anno delle Regioni” titola in copertina l’ultimo numero di QualEnergia. In effetti tutto fa pensare che i riflettori saranno puntati sulle istituzioni decentrate. La Legge Finanziaria 2008 prevede, infatti, che entro 90 giorni vengano definiti i target regionali sulla produzione da fonti rinnovabili e che nei successivi 90 giorni le Regioni adeguino i propri piani energetici ambientali.
Si tratta di una sollecitazione destinata a innalzare notevolmente l’attenzione sulla diffusione regionale dell’energia verde e più in generale sul contributo locale alla riduzione delle emissioni dai gas climalteranti.

Il Ministero dello Sviluppo Economico entro la fine di marzo dovrà effettuare la ripartizione della quota minima di incremento dell’energia elettrica prodotta con fonti rinnovabili necessaria per coprire il 25% del consumo interno lordo al 2012, e considerare anche i successivi aggiornamenti proposti dall’Unione Europea.
Si dovrà quindi tener conto dell’obbiettivo al 2020 che rappresenta la vera sfida per il nostro Paese, perché si tratta di un impegno legalmente vincolante. Come è noto il 23 febbraio è stata pubblicata la proposta di Direttiva della Commissione Europea che prevede per l’Italia una quota di energia verde al 2020 pari al 17% sui consumi finali di energia (era 5,2% nel 2005). Il documento sarà oggetto di trattative serrate nei prossimi 12 mesi ma, al di là del numero finale che verrà concordato, imporrà un salto di qualità per il nostro Paese e per le Regioni.

Per dare un’idea dello sforzo che ci attende, basta ricordare che l’obbiettivo del 25% al 2012 implica una produzione da rinnovabili pari a 97 TWh/a, a fronte dell’attuale valore di 50-52 TWh/anno e che l’impegno al 2020 sarà sicuramente più elevato.
Teniamo conto che, alla fine del 2007, un quarto delle Regioni non aveva ancora approvato in via definitiva il proprio Piano Energetico Ambientale e che anche quelle che hanno a disposizione questo strumento dovranno comunque rivederlo alla luce degli obbiettivi assegnati all’Italia per la fine del prossimo decennio.
Insomma, ci troviamo di fronte a una sfida che occorrerà affrontare in modo intelligente così da riuscire a sfruttare tutte le ricadute che potranno derivare sul versante della ricerca e della creazione di nuove industrie. In un settore in pieno boom come quello delle rinnovabili occorrerà infatti creare le condizioni più favorevoli per attrarre investimenti nel proprio territorio.

Il convegno “Le Regioni e gli Enti locali verso Kyoto” – che il Kyoto Club organizza il 7 febbraio in Campidoglio a Roma – rappresenterà un’occasione per riflettere sulle implicazioni e sulle opportunità per le Regioni che derivano dal nuovo scenario energetico.

 

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