Piano emissioni Italia: bocciato

  • 24 Gennaio 2008

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Greenpeace, Legambiente e Wwf Italia hanno bocciato lo 'Schema di assegnazione' delle quote di CO2 per il periodo 2008-2012 dell'Emission trading

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Le associazioni ambientaliste Greenpeace, Legambiente e Wwf Italia hanno comunicato con una sola voce la bocciatura dello ‘Schema di assegnazione’ delle quote di CO2 per il periodo 2008-2012 dell’Emission trading scheme (Ets).
Secondo le associazioni ci sono elementi nuovi e “inaccettabili” in merito alle quote destinate agli impianti di nuova realizzazione, i cosiddetti ‘nuovi entranti’, e non risolve alcune criticità pregresse, come l’eccessiva allocazione di quote al carbone e la sottoallocazione agli impianti Cip6.

La prima critica è rivolta alla novità dello schema che permetterebbe l’acquisto, tramite risorse pubbliche, di quote di CO2 per i nuovi impianti. Un aspetto, dicono le tre associazioni, incompatibile con le norme comunitarie sugli ‘Aiuti di Stato’ e che non è mai stato sottoposto al parere della Commissione europea, che aveva chiesto all’Italia di tagliare 13 milioni di tonnellate di CO2, “non certo di aprire una falla nel meccanismo, garantendo disponibilità illimitata di quote con spese pubbliche”.
Si chiede quindi che l’ammontare e la gestione della riserva rimangano inalterate rispetto alla precedente versione del Piano nazionale di allocazione (Pna).

Altra critica circostanziata riguarda la sottoallocazione agli impianti Cip6, uno stratagemma – dicono Greenpeace, Legambiente e Wwf – che costerà circa 400 milioni di euro ai consumatori italiani a partire dal 2008″. Gli impianti Cip6 “possono infatti recuperare i costi per l’acquisto delle quote di CO2 direttamente nella bolletta elettrica, attraverso la componente A3 riservata alle fonti rinnovabili”. La sottoallocazione non garantisce, secondo le tre associazioni, alcun vantaggio concreto in termini di riduzione delle emissioni di CO2, e anzi permette di ‘liberare’ quote per gli altri settori”.

Inoltre, si continua a criticare il privilegio dato al carbone: “Non sfugge neppure come l’acclamata riduzione di quote ai danni del carbone per venire incontro alle richieste della Commissione sia soltanto un elemento di facciata”.
Infine, le associazioni criticano la mancata comunicazione dell’elenco degli impianti addizionali che entreranno a far parte dell’Ets dal 2008; una richiesta che proviene dalla Commissione, e il fatto che non sia stato pubblicato rappresenta una “grave mancanza di trasparenza”.

23 gennaio 2008

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