Il Congresso cambia energia

  • 7 Agosto 2007

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La Camera dei Rappresentati USA ha approvato una legge che impone il target del 15% al 2020 da fonti rinnovabili alle società elettriche e stabilisce nuove imposte alle industrie petrolifere. Prossimo il veto di Bush?

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Con 241 voti a favore e 172 contrari la Camera dei Rappresentati statunitense ha approvato una legge che impone alle società elettriche di distribuire almeno il 15% di fonti rinnovabili al 2020 sul totale dell’energia e stabilisce nuove imposte alle industrie petrolifere.
Prima di diventare legge, il testo dovrà essere armonizzato con una versione passata al Senato lo scorso giugno che prevedeva però misure più blande.

Ad oggi le fonti rinnovabili coprono negli Stati Uniti il 6,1% del fabbisogno, ma secondo le stime del Congresso, il target del 15% potrà consentire la riduzione delle emissioni di anidride carbonica pari ad una quota di 500 milioni di tonnellate. Previsto anche un calo dei prezzi dell’elettricità e del gas, con un risparmio per i cittadini di oltre 100 miliardi di dollari.
La Camera, inoltre, ha anche annullato agevolazioni fiscali pari a 16 miliardi di dollari concesse da Bush due anni fa all’industria petrolifera. Queste risorse saranno utilizzate per finanziare la ricerca sulle energie rinnovabili.
Tra le misure varate figurano anche incentivi alle città e alle regioni che riducono i consumi, così come alla costruzione di edifici ad alta efficienza energetica. Se da una parte vengono previsti finanziamenti per studiare il sequestro della CO2, dall’altra sono invece assenti le misure per ridurre le emissioni degli autoveicoli, come previsto nella versione della legge discussa dal Senato: l’obiettivo per il consumo medio era stato stabilito pari a 15 km per litro. La discussione è rinviata a settembre.

Le scelte della maggioranza democratica non piacciono alla Casa Bianca visto che il testo non farebbe “alcun serio tentativo di aumentare la sicurezza energetica o di ridurre i costi dell’energia e penalizzerebbe la produzione nazionale di gas e petrolio”.
Ovviamente forti critiche provengono anche dal mondo degli affari e da parte di alcune aziende produttrici di energia; essi ritengono che tali misure rischiano di determinare un aumento dei prezzi dell’elettricità nelle regioni dove l’eolico ha scarse possibilità di sviluppo.
Molti esponenti del partito repubblicano ritengono che il presidente Bush potrebbe anche porre il veto alla legge. Sarebbe uno vero colpo per l’avvio di un reale cambiamento delle politiche energetiche del paese che nel mondo è più energivoro e primo per produzione di emissioni di gas serra.

LB

6 agosto 2007

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