Una visione più coraggiosa

Per il raggiungiungimento degli obiettivi al 2020 bisogna considerare che i costi da sostenere saranno più che compensati dai vantaggi in termini di ricaduta industriale e ambientale. Un editoriale di Gianni Silvestrini.

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La definizione degli obiettivi al 2020 sulle emissioni climalteranti, sull’efficienza energetica e sulle rinnovabili da parte dei capi di Governo dei Paesi europei sta provocando una riflessione sulle modalità di raggiungimento di questi ambiziosi target.
Pensiamo in particolare alla produzione di elettricità verde che dovrebbe, nel giro di dodici anni, coprire circa un terzo dell’elettricità generata in Europa, il che significa raddoppiare l’attuale quota.
Certamente le singole realtà sono molto differenti tra loro sia per le diverse basi di partenza che per la varietà delle potenzialità dei territori coinvolti. Di tutto ciò si dovrà tenere conto, così come potranno essere considerati elementi di flessibilità che garantiscano il raggiungimento del risultato al minor costo.

Dalle reazioni pubbliche emergono comunque due atteggiamenti. Uno pro-attivo che tende a valutare soprattutto le ricadute positive che possono derivare per la trasformazione del proprio sistema energetico e le opportunità per le industrie legate alle rinnovabili e all’efficienza energetica. L’altro difensivo che mette in evidenza soprattutto i costi che deriveranno dal raggiungimento di questi obbiettivi.
Diversi commenti italiani ricadono in questa seconda categoria, in continuità con un atteggiamento che negli ultimi anni ha portato il nostro Paese ad arrivare impreparato all’appuntamento di Kyoto.
E’ importante che si affronti questa sfida con una visione coraggiosa del futuro temperata dal realismo dei dati economici. Dobbiamo mettere al centro della riflessione la possibilità di creare in pochi anni una forte industria verde in grado di sfruttare le enormi opportunità che si aprono. Il che significa rilancio della ricerca e incentivi mirati ad alcuni comparti industriali innovativi. La ricerca energetica dei Paesi industrializzati si è dimezzata rispetto ai livelli raggiunti nel 1980 dopo le crisi petrolifere. Una prima riflessione ci porta a considerare che gli obiettivi del 2020 implicano almeno un raddoppio degli stanziamenti europei in ricerca.

Sono molti comunque i temi da approfondire sul cambiamento degli scenari energetici che ci aspettano.
Nelle prossime settimane ospiteremo sul portale di Qualenergia posizioni diverse su questo tema, al fine di avviare un dibattito che potrà contribuire a rendere più efficaci le scelte che dovranno essere prese.

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