Energie sull’onda

  • 19 Giugno 2007

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L'energia dal mare è una fonte rinnovabile poco sfruttata, ma con enormi potenzialità. Una società di consulenza inglese ritiene che il 20% del fabbisogno elettrico britannico può essere coperto dalle onde

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Una risorsa energetica rinnovabile che meriterebbe una maggiore attenzione è quella proveniente dal mare e non sono pochi gli studi che ne mettono in evidenza le notevoli potenzialità.
E’ il caso di Carbon Trust, società di consulenza inglese, che, secondo quanto riportato dal mensile “Valori”, valuta che in futuro il 20% del fabbisogno energetico britannico potrebbe essere soddisfatto dalle onde del mare.
Tra i pochi progetti finora realizzati nel mondo, la pubblicazione, ci segnala quelli in via di realizzazione da parte della società Ocean Power Technologies di Warwick (Gran Bretagna). Sono 3 e precisamente nelle Hawaii, nel New Jersey e nel nord della Spagna. L’energia elettrica è prodotta dal movimento di diverse boe e viene trasmessa alla terraferma attraverso cavi sottomarini (per vedere un filmato su come funziona la boa clicca qui). Altri progetti simili sono in fase avanzata al largo del Portogallo e della Cornovaglia.
“Valori” non ritiene lontano il momento in cui saranno disponibili anche per queste tecnologie incentivi pubblici.

Il potenziale energetico dei mari può essere sfruttato convertendo l’energia delle onde e delle correnti, delle maree e del gradiente termico tra superficie e fondali.
I dispositivi ideati per convertire l’energia immagazzinata nelle onde e nelle correnti (turbine) sfruttano essenzialmente due caratteristiche: il dislivello nel profilo dell’onda e il moto delle particelle d’acqua sotto la superficie. Gli ostacoli principali per la costruzione di impianti su larga scala sono i costi e le difficoltà di installazione in mare aperto.
Anche le maree possono essere sfruttate per produrre energia. Il loro ciclo è caratterizzato dal periodico oscillare del livello marino con alternanza di flusso, l’alta marea, e di riflusso, la bassa marea. In condizioni particolarmente favorevoli (ciò accade in pochi luoghi) l’alta marea può superare i 5 m. In mare aperto è, di solito, inferiore ad 1 m; nel Mediterraneo, in particolare, le maree hanno un dislivello medio di 30 cm.
Nelle centrali mareomotrici l’energia elettrica viene prodotta sfruttando l’energia sviluppata dall’alternarsi delle maree.

In Italia è stato fatto ancora poco. Lo scorso anno, dopo tre anni di sperimentazione, nello Stretto di Messina è stato allacciato alla rete elettrica nazionale il primo generatore di elettricità che sfrutta le correnti marine. E’ una turbina tripala Kobold ad asse verticale, brevettata dalla società locale Ponte di Archimede Spa, la cui potenza, attualmente di soli 40 kW.
Il progetto prevede di aumentare il diametro della piattaforma e di allungare di alcuni metri le pale della turbina, raggiungendo in questo modo una potenza di 150 kW.

Per approfondire queste tematiche è possibile partire dalla consultazione di due siti internet Wave Energy Center e di IEA – Ocean Energy Systems, in particolare dalle pagine dedicate alla documentazione. la IEA-OES realizza anche una newsletter.

LB

18 giugno 2007

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