A questo scopo puntano soprattutto a diffondere le fonti rinnovabili, quali l’energia solare, l’eolico, le biomasse, l’idroelettrico, la geotermia, fornendo, al tempo stesso, anche un contributo alla riduzione delle emissioni di CO2.
Attualmente la maggior parte dei programmi energetici statali vedono coinvolti gli State Energy Offices (SEOs), una sorta di agenzie sostenute dal Dipartimento americano per l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili (DOE), che hanno un ruolo rilevante nel definire e applicare le politiche dei governatori in questo settore.
Il National Governors Association Center for Best Practices ha passato in rassegna (“Recent State Actions Promoting Alternative Energy”) i programmi energetici di diversi Stati per indicare come essi promuovano, gestiscano, finanzino e attuino le politiche statali sull’efficienza energetica e sulle fonti rinnovabili.
In questo breve documento (30 pp.) vengono descritti vari programmi statali sull’energia, oltre a 6 casi studio relativi ai seguenti Stati: Minnesota, Nevada, New Mexico, New York, Pennsylvania e Washington.
Come si può notare, nonostante le diversità geografiche, climatiche e di risorse energetiche, i governatori di molti Stati utilizzano, per lo sviluppo di questo settore, strumenti e approcci comuni. Solo per fare qualche esempio:
- definiscono l’obbligo del “renewable portfolio standards” (tutti i fornitori di elettricità devono vendere una quota minima di energia da fonti rinnovabili);
- stabiliscono quote minime di combustibili rinnovabili per il trasporto e per il riscaldamento;
- definiscono standard per i consumi energetici degli edifici o dei trasporti ad uso governativo;
- elaborano meccanismi di finanziamento per programmi energetici avanzati;
- misurano e monitorano risparmi energetici e benefici ambientali;
- adottano piani energetici statali che combinano molti dei punti succitati.
Non è un caso che le politiche energetiche più avanzate degli Stati Uniti siano da ricercare proprio a livello dei singoli Stati.
21 maggio 2007
