Un’isola lontana da Kyoto

  • 14 Maggio 2007

CATEGORIE:

Il nuovo Piano Energetico e Ambientale della Regione Sardegna punta decisamente sul carbone e trascura l'energia eolica che potrebbe soddisfare la metà dei consumi elettrici dell'isola. Il punto di Francesco Tedesco di Greenpeace.

ADV
image_pdfimage_print
Nell’agosto 2006 la Regione Sardegna ha adottato il nuovo Piano Energetico e Ambientale Regionale (PEARS), con il quale definisce le linee di indirizzo della propria politica energetica.
Il PEARS è stato adottato dalla Giunta Regionale lo scorso agosto 2006, ma non è stato ancora approvato definitivamente. Gli obiettivi che il piano dichiara di voler perseguire sono la diversificazione delle fonti energetiche, l’autonomia energetica e la tutela del paesaggio.
Tali obiettivi appaiono ampiamente giustificabili alla luce dello stato attuale del sistema energetico della Sardegna. L’Isola importa, infatti, dall’esterno circa il 90% dell’energia primaria necessaria al settore dei trasporti, residenziale e della produzione di energia elettrica. Ancora oggi, in mancanza di un gasdotto, la Sardegna non ha accesso all’utilizzo del gas naturale e consuma quasi esclusivamente combustibili fossili come derivati del petrolio e carbone.
Il Piano prevede dunque al 2009-2010 la realizzazione di un gasdotto Algeria-Sardegna-Italia per la metanizzazione dell’Isola e annuncia di voler procedere ad un maggiore sfruttamento delle fonti energetiche locali, sia delle fonti rinnovabili sia del carbone del Sulcis.
Tra le altre linee di intervento previste, anche la realizzazione entro il 2009 di un nuovo cavo sottomarino di collegamento con la Penisola (SAPEI) per il potenziamento della rete elettrica. Sarebbe questo un cavo di complessivi 1.000 megawatt che si andrebbe ad aggiungere ad altri due cavi che attualmente collegano la Sardegna alla Corsica e all’Italia per una potenza di 300 megawatt (SACOI e SARCO).

Greenpeace ha recentemente denunciato che l’attuale PEARS rappresenta un ostacolo al raggiungimento degli importanti traguardi che l’Italia ha sottoscritto a livello europeo e internazionale per quanto riguarda lo sviluppo delle fonti rinnovabili e l’abbattimento dei gas serra responsabili del cambiamento climatico.

L’Italia è impegnata in una difficile lotta al contenimento delle emissioni di gas serra. I fronti su cui intervenire sono diversi (industria, trasporti, consumi elettrici finali), ma nel campo della produzione elettrica la questione è molto semplice: occorre rinunciare all’utilizzo del carbone, il combustibile fossile con le più alte emissioni di gas serra.
Un maggiore ricorso al carbone appare oggi assolutamente controproducente anche in vista dei nuovi traguardi fissati dall’Europa, come l’obiettivo unilaterale per la riduzione del 20% delle emissioni di gas serra al 2020.
L’Italia è in enorme ritardo anche nello sviluppo delle fonti rinnovabili. Si tratta di almeno 35 miliardi di chilowattora da produrre da fonti rinnovabili entro il 2010. Tale obiettivo è destinato ad aumentare e diventare vincolante entro il 2020, così come deciso lo scorso 8 marzo 2007 dalla Commissione Europea.

Il Piano Energetico della Sardegna rappresenta una barriera al raggiungimento di entrambi i traguardi e Greenpeace crede che il Governo non possa non intervenire.
Il PEARS intende infatti:

  1. potenziare l’utilizzo del carbone realizzando nuove centrali termoelettriche;
  2. bloccare lo sviluppo dell’eolico (la Sardegna è la regione con le maggiori potenzialità) fissando un tetto massimo alla potenza installata pari a 550 MW;
  3. promuovere lo sviluppo delle rinnovabili puntando su interventi (solare termodinamico e fotovoltaico) che appaiono assolutamente non credibili, in quanto inconsistenti a livello di piano industriale.

Il PEARS sembra, quindi, avere l’unico obiettivo di aumentare la produzione di energia elettrica a partire da una fonte inquinante come il carbone, limitando lo sviluppo di una fonte pulita e matura come l’eolico che potrebbe, invece, soddisfare la metà circa dei consumi elettrici dell’Isola, conciliando le richieste di una maggiore indipendenza energetica dell’Isola con gli obiettivi nazionali per Kyoto e le rinnovabili.

La Sardegna è una regione strategica per lo sviluppo dell’eolico
L’eolico è ormai una tecnologia matura e consolidata che dal 2000 ad oggi è passata da una potenza installata di 17,4 GW, a oltre 74 GW nel mondo. Secondo lo studio “Global Wind Energy Outlook 2006”, realizzato da Greenpeace e GWEC (Global Wind Energy Council) l’eolico sarà in grado di soddisfare un terzo dei consumi elettrici mondiali al 2050. In Italia la potenza eolica installata è cresciuta a tassi annui superiori al 25% negli ultimi 4 anni.
Le stime del potenziale eolico teorico installabile in Sardegna ad oggi pubblicate oscillano tra 2.750 (ANEV 2007, stima conservativa) e 5.400 MW (Dip.to politiche della sostenibilità DS, 2005). Con un obiettivo di 3.000 MW di potenza, e considerando una producibilità media pari a 2.000 ore, potrebbe contribuire al fabbisogno energetico della Sardegna con oltre 6 TWh, pari a circa il 50% degli attuali consumi elettrici totali, che nel 2004 si sono attestati attorno a 11,8 TWh.
Per realizzare 3.000 MW di eolico sarebbero necessari circa 720 km2 di superficie. Se consideriamo che la Sardegna ha una superficie complessiva di oltre 24.000 km2, si evince che sarebbe sufficiente appena il 3% del territorio regionale per soddisfare con l’eolico la metà dei consumi complessivi di elettricità in Sardegna.

Nel 2006 la potenza eolica installata nell’Isola ha raggiunto i 346 MW. Il limite di 550 MW appare dunque una vera e propria “moratoria”, considerando che la Sardegna è una tra le regioni italiane con le maggiori potenzialità, e che il precedente PEARS del 2002 fissava un tetto all’eolico pari a 2.000 MW. Contro questo limite si è recentemente pronunciata anche la Commissione Bilancio del Consiglio regionale, ma già nel 2006 lo sviluppo dell’eolico in Sardegna è stato minimo, circa 12 MW. Diversi progetti che avevano ottenuto regolare autorizzazione (dal 2003 tutti i parchi eolici in Sardegna sono soggetti alla VIA) sono stati bloccati dall’Amministrazione del Governatore Soru.
Bloccare l’eolico significherebbe anche perdere una grande opportunità in termini di occupazione. Considerando le operazioni di installazione, manutenzione e l’indotto, l’energia eolica è, infatti, in grado di creare circa il triplo dei posti di lavoro di una tradizionale centrale termoelettrica, a parità di potenza installata.

Carbone: sarà crescita selvaggia?
I consumi complessivi di energia elettrica in Sardegna hanno assistito ad una crescita costante fin dal 1990, passando da 8,9 TWh a 11,8 Twh nel 2004 (vedi tabella).
Oltre ad essere aumentati i consumi, in questi ultimi anni in Sardegna è aumentata anche la percentuale del carbone utilizzato per la produzione di energia elettrica. In seguito alla conversione a carbone di due gruppi della centrale di Fiumesanto, la percentuale del carbone è passata dal 10% nel 1999 al 51% nel 2004. Le rinnovabili coprono oggi appena il 5% circa della produzione elettrica regionale, mentre il contributo del gas è nullo, in attesa che venga avviato il progetto del metanodotto dall’Algeria.

Con un maggiore ricorso al carbone la Sardegna sarà in grado di produrre energia elettrica ben oltre quanto necessario per soddisfare il proprio fabbisogno. Con l’entrata in esercizio del nuovo cavo di collegamento SAPEI da 1.000 MW, parte di quest’energia potrà poi essere immessa sulla rete nazionale. Il vero obiettivo del Piano sembra proprio l’esportazione di energia prodotta a basso costo dal carbone per fare della Sardegna la “piattaforma energetica del Mediterraneo”.
Nelle tavole del documento che contengono la “proposta di sviluppo della generazione elettrica” si evince che il vero obiettivo è arrivare a produrre 22 TWh entro il 2015. Circa 16 TWh servirebbero per soddisfare i crescenti consumi dell’Isola, mentre gli altri 6 potrebbero essere immessi sulla Rete di Trasmissione Nazionale utilizzando il cavo SAPEI.

Dal 2000 ad oggi la potenza efficiente lorda termoelettrica della Sardegna è rimasta pressoché invariata attorno a 3.500 MW. Ad aumentare è stata la potenza termoelettrica a carbone: ai 240 MW del gruppo 3 della centrale Enel Sulcis si sono aggiunti altri 340 MW del gruppo Sulcis2 nel 2005, e 640 MW a Fiumesanto dopo la conversione a carbone nel 2003. La potenza a carbone è oggi pari a circa 1.220 MW, e rischia di aumentare ancora.
Nel gennaio 2007 la Regione ha firmato un accordo con Endesa per la conversione a carbone di altri due gruppi a Fiumesanto per 320 MW, e ribadisce nel PEARS la volontà di realizzare un nuovo impianto nei pressi delle miniere del Sulcis. Si tratterebbe di una centrale a carbone da 450 MW a ciclo supercritico inteso ad assicurare un’attività estrattiva pari a 1.000 tonnellate all’anno di carbone autoctono. Il carbone del Sulcis è un carbone “di bassa qualità” con potere calorifico minore e maggiore percentuale di zolfo.

Il carbone è inoltre il combustibile con le più alte emissioni di CO2. A livello nazionale le emissioni specifiche di anidride carbonica da carbone si attestano attorno a 880 grammi/kWh. In Sardegna tale valore è ancora più elevato a causa della bassa efficienza degli impianti esistenti: lo stesso PEARS indica un valore di 1.000 grammi/kWh.
Con un ritorno al carbone, le emissioni di CO2 della Sardegna rischiano dunque di andare completamente fuori controllo, trascinando l’Italia ancora più lontano dagli obiettivi di Kyoto.

Il punto sulle emissioni di CO2
Nel 1990 la Sardegna aveva emissioni di CO2 pari a 16,8 milioni di tonnellate (Mt), di cui 6,3 imputabili al settore termoelettrico. Il Protocollo di Kyoto fissa una riduzione del 6,5% di questa quantità da ottenersi entro il 2012. Se dovessimo proiettare l’obiettivo su base regionale, ci aspetteremmo quindi che il PEARS cerchi di ridurre le emissioni totali di CO2 attorno a 15,7 Mt.
In realtà già oggi le emissioni di CO2 sono cresciute fino a circa 24 Mt e lo stesso PEARS pianifica un livello delle emissioni al 2015 pari a 29 Mt. La Sardegna sta insomma pianificando il quasi raddoppio delle proprie emissioni di gas serra entro il 2015.
È questa una politica assolutamente inaccettabile, soprattutto alla luce della decisione europea di fissare nuovi obiettivi di riduzione al 2020, e delle recenti notizie che giungono dal panorama scientifico internazionale: i cambiamenti climatici sono un fenomeno in forte accelerazione: il momento di agire per evitare i costi futuri del riscaldamento globale è già oggi. La priorità ambientale è contenere le emissioni di gas serra.
Per abbattere le emissioni di gas serra del comparto termoelettrico in Sardegna si devono seguire due strade obbligate: l’utilizzo del gas metano e lo sviluppo massiccio delle rinnovabili. Con l’arrivo del gas sull’Isola previsto per il 2009-2010 – progetto confermato nello stesso PEARS – la decisione di puntare sul carbone appare a maggior ragione assolutamente insensata, così come la decisione di bloccare lo sviluppo della prima fonte rinnovabile oggi disponibile sull’Isola.
Con 3.000 MW di eolico si potranno abbattere le emissioni di CO2 della Sardegna di circa 6 milioni di tonnellate. La vera scelta “ambientalista” per la Sardegna è quindi fare l’eolico: con appena il 3% del territorio si potrebbe dare energia a metà dell’Isola. Energia pulita per l’indipendenza energetica e per rilanciare l’occupazione locale.

Una politica di forte espansione dell’energia eolica è l’unica possibilità oggi industrialmente matura per dare un contributo alla riduzione delle emissioni e all’obiettivo di aumento della quota delle fonti rinnovabili in Italia. Per soddisfare gli obiettivi vincolanti al 2020 non c’è tempo da perdere, anzi: non c’è vento da perdere!
Tuttavia rimane irrisolto un enorme problema di fondo: mentre il Governo si fa carico di sottoscrivere importanti impegni a livello internazionale, non ha poi la capacità di regolamentare le politiche energetiche regionali in modo che siano anch’esse funzionali al raggiungimento di quegli stessi impegni.

Francesco Tedesco
Responsabile Campagna energia e clima – Greenpeace

14 maggio 2007

Potrebbero interessarti
ADV
×