Solare termico: punto di svolta

  • 26 Aprile 2007

L'Ing. Riccardo Battisti, segretario generale di Assolterm, spiega gli orientamenti di mercato del solare termico in Italia e quali sono i benefici per l'utente finale

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Qualenergia.it intervista l’Ing. Riccardo Battisti, segretario generale di Assolterm, l’associazione di categoria del solare termico italiano che sarà presente a Solarexpo (Fiera di Verona, 19-21 aprile) anche come protagonista della sezione convegnistica (vedi sotto).

Ing. Battisti, come si sta sviluppando il mercato del solare termico in Italia a livello residenziale. Assolterm ha qualche dato a riguardo?
In realtà non abbiamo ancora i dati ufficiali per il 2006, ma presto saranno disponibili. Negli ultimi anni si parlava di una media di 70-80.000 metri quadrati di installazioni annuali e gran parte di questi riguardavano applicazioni residenziali, per oltre il 95%. A livello nazionale potremmo essere intorno ai 500 mila m2 di superficie installata totale.

Esiste comunque un’interessante crescita del settore. L’industria italiana ne sta approfittando uscendo finalmente dal torpore degli ultimi anni?
L’industria nazionale sta aumentando la sua produttività nel settore e anche le iniziative commerciali sono molto più decise che in passato perché la domanda è cresciuta. Attualmente ci sono due tipologie di industrie che stanno incrementando la loro produzione: sia quelle che storicamente si sono sempre dedicate al solare e che hanno attraversato anche gli anni più bui di questo comparto, sia le industrie termoidrauliche tradizionali che investono oggi cifre importanti nel solare. In questo senso negli ultimi due o tre anni si è assistito ad un notevole cambiamento del mercato. Se davvero, come ha dichiarato il governo, verrà sostenuta l’industria italiana, la situazione non potrà che migliorare anche per il nostro settore produttivo, visto che le capacità tecnologiche e commerciali di molte realtà esistono e sono pronte per un ulteriore rilancio del mercato.

Andando più sul microcosmo parliamo di costi per l’utente finale, come ad esempio la famiglia o il condominio.
E’ bene dare cifre di massima o dei range. Oggi parliamo di un costo tra 800 e 1000 euro al metro quadrato per impianti di taglia domestica; se pensiamo che un metro quadrato circa può servire al fabbisogno di acqua calda di una persona, per un’applicazione residenziale familiare possiamo ritenere una spesa equa 3.000-4.000 euro; in alcuni casi si può andare anche oltre; infatti, abbiamo potuto riscontrare, a volte, costi di installazione troppo elevati. Ciò dipende anche dal fatto che gli installatori non sono ancora adeguatamente formati e, quindi, per loro l’installazione di un impianto solare termico può rappresentare un costo rilevante. Una situazione simile si è verificata anche in Germania per il fotovoltaico. Tuttavia quando questo lavoro iniziare a diventare una routine anche il tempo di installazione si riduce e, pertanto, il suo costo si abbassa.

E per quanto concerne i risparmi e i vantaggi economici per il cliente finale del sistema?
Dipende dalla fonte sostituita (gas o elettricità). I tempi di ritorno possono essere però molto variabili. A volte bisogna allargare la forchetta e dire che possono andare dai 3 agli 8-9 anni. Il primo valore è legato soprattutto alla sostituzione uno scaldabagno elettrico, che come sappiamo comporta costi piuttosto elevati per la produzione di acqua calda; tocchiamo invece la fascia più alta se andiamo a sostituire il gas. Tutto questo però senza tenere conto delle agevolazioni, come la detrazione fiscale per il 55% del costo totale prevista dalla recente finanziaria, che abbasserebbero drasticamente l’ammortamento del sistema solare.

Nella diatriba tra impianti solari a circolazione naturale e a circolazione forzata qual è la posizione di Assolterm?
Questa va considerata una discussione da “mercato nascente”. Parlando con i colleghi austriaci e tedeschi si capisce che questa disputa l’hanno vissuta anche loro 10-15 anni fa. Va detto che entrambe le tecnologie sono valide e adeguatamente testate sul campo. Ognuna ha pro e contro. Diciamo che la promozione dell’una o dell’altra è legata più alla tradizione dell’azienda o dell’installatore che la propone. Non esiste a priori una soluzione tecnologica migliore, ma una soluzione migliore per un caso specifico. In Grecia o in paesi come Israele e Cina il mercato è quasi totalmente costituito da impianti a circolazione naturale, mentre se andiamo nell’Europa del Nord e in mercati rilevanti, come quello dell’Austria e della Germania, vediamo quasi esclusivamente sistemi a circolazione forzata.
I sistemi a circolazione naturale, in media, sono più economici soprattutto quando la taglia è piccola. Ma quando l’impianto è di grandi dimensioni, ad esempio, i costi delle pompe o di altri componenti aggiuntivi possono essere riassorbiti all’interno del sistema e i costi tra le due tecnologie diventano così comparabili.

LB

Foto: fonte Solahart / ESTIF

18 aprile 2007

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