Per un’aria di qualità

  • 21 Dicembre 2006

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Piani e programmi per la qualità dell'aria.Un'analisi sulla situazione italiana e sulla nuova direttiva europea attualmente in discussione

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L’analisi “Piani e programmi per la qualità dell’aria: la situazione italiana, la nuova direttiva europea” presentata in occasione del Convegno “La qualità dell’aria in Emilia Romagna – Politiche di prevenzione, strumenti operativi, strumenti di conoscenza tecnica” che si è tenuto a Piacenza il 30 novembre 2006, argomenta l’opportunità di una migliore connessione tra stato e regioni sia per quanto riguarda la pianificazione della qualità dell’aria che la pianificazione energetica, nell’ottica di aprire una discussione franca e trasparente prima di tutto in sede tecnico-scientifica e, successivamente, anche politico-decisionale su questi argomenti cruciali per lo sviluppo e la salvaguardia ambientale del Paese.

Dal punto di vista tecnico, infatti, per il PM10, come pure per l’ozono e il biossido di azoto, non è sufficiente un approccio regionale/provinciale/locale, ma è necessario operare a livello di area vasta (ad esempio l’intero bacino padano). Vi è inoltre il problema di assicurare coerenza tra i piani regionali per la qualità dell’aria e i piani e programmi nazionali per la riduzione delle emissioni inquinanti dai grandi impianti di combustione e per il rispetto dei tetti nazionali alle emissioni inquinanti, per non parlare delle connessioni con le emissioni di gas-serra e gli obblighi nazionali derivanti dal Protocollo di Kyoto.
Nei confronti dell’Italia la Commissione Europea ha aperto nel 2004 una procedura di infrazione per “mancata elaborazione dei piani per le zone con superamento del limite”. I piani elaborati dalle regioni non sono stati ritenuti sufficienti ad affrontare il problema dei superamenti dei valori limite degli inquinanti normati, primo fra tutti il PM10.
Attualmente nell’Unione Europea è in discussione la nuova direttiva sulla qualità dell’aria, che in particolare rivede gli standard per la concentrazione in aria del PM10 e ne introduce di nuovi per il PM2,5 (frazione fine del particolato maggiormente responsabile dei danni alla salute), e inoltre riorganizza in un unico processo informativo che avverrà in via telematica gli attuali due flussi di informazione sulla qualità dell’aria (flusso “informativo” e flusso “normativo”) tra Commissione Europea e Stati Membri.

 
MC

21 dicembre 2006

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