L’ambiente diventa innovazione

  • 23 Novembre 2006

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Si è svolto a Roma il convegno "L'Ambiente è innovazione", organizzato da Ecoradio e dalla Fondazione Ambrosetti. Una panoramica ad ampio raggio che ha affrontato le prospettive possibili della coniugazione tra ambiente, mondo finanziario e impresa.

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“L’Ambiente è innovazione” questo il titolo della prima edizione dell’Ecoforum 2006 che ha affrontato il tema “Scenari per l’energia” approfondendo i contenuti delle strategie per fronteggiare la questione della sostenibilità del sistema energetico a partire da una maggiore competitività delle fonti rinnovabili, dai nuovi orizzonti dell’eco-efficienza, dalla diversificazione dei sistemi di approvvigionamento, dalla riduzione dei fabbisogni energetici,  dall’incentivazione di stili di produzione e consumo socio-compatibili.

Durante il convegno l’economista del Magdalen College di Oxford Andrea Boltho ha analizzato il tema della vulnerabilità della nostra economia di fronte agli shock energetici e le implicazioni dovute dal rapporto tra consumi e riserve di energia. “Bisogna inserire i costi energetici aggiuntivi dei prodotti all’interno del prezzo finale dei servizi e magari aumentarli per disincentivare questi consumi . – ha affermato Andrea Boltho – Faccio un esempio sui trasporti. È assurdo bere a Roma prodotta a Parigi e viceversa, oppure consumare in Europa l’uva nel mese di maggio che è coltivata in Cile. I prezzi delle merci non indispensabili e particolarmente energivore, come in questo caso sul fronte del trasporto, dovrebbero essere triplicati per disincentivarne il consumo”.

Le nuove strategie di sostenibilità energetica, a partire da un quadro degli investimenti in energia pulita in vari Paesi del Mondo e da alcuni contributi innovativi dell’ICT, come il telelavoro e la razionalizzazione dei trasporti sono stati approfonditi successivamente dal team dell’Unità di Studi Interdisciplinari per l’Economia Sostenibile della Università Carlo Cattaneo (Luic). 

“L’economia sostenibile ha tre aspetti: la postura avanguardista (forward posture): eco-innovazioni, nuovi orizzonti di tecnologia; la postura esteriore (outward posture): eco-efficienze, nuovi orizzonti di competitività, leve fiscali, diversificazione del sistema di approvvigionamento, predisposizione del design civico per la riduzione dei fabbisogni energetici; la postura interiore (inward posture): sobrietà e salubrità, leadership politica e culturale, esempi, rivoluzione morale globale per uno stile di vita eco/socio-compatibile.”. – ha affermato durante il dibattito, Pierdavide Montonati, esperto di Information Tecnology.

Durante la seconda sessione della giornata sono stati affrontati gli aspetti legati ai cambiamenti climatici e il loro ruolo sulla biosfera del Pianeta. “C’è chi dice che ci sono i cambiamenti climatici e chi no. Citando Kofi Hannan a Nairobi, direi che è ora di finirla con questi balletti. I cambiamenti climatici esistono e non possono essere messi indubbio. – ha affermato Fabrizio Fabbri Capo Segreteria tecnica Ministero dell’Ambiente, supportato da una serie di immagini fotografiche riprese dal satellite che documentano lo scioglimento dei ghiacci. – I primi profughi climatici saranno i 4000 abitanti dell’isola di Tugalo, che si erge di pochi metri sul livello del mare, i quali hanno chiesto asilo “climatico” alla Nuova Zelanda a causa delle continue inondazioni della loro isola a causate  dall’aumento del livello oceanico. Se si avverasse l’aumento previsto che è di 3-4 °C, i profughi climatici sarebbero circa 200 milioni”. Successivamente il Direttore dell’istituto di Biometereologia del CNR Giampiero Maracchi ha  illustrato gli effetti causati dai cambiamenti climatici ormai visibili e tangibili anche a livello locale e nel nostro Paese sulla base delle ultime acquisizioni e rilevazioni scientifiche. “Il conto in termini finanziari è grande e non dobbiamo dire che pagheremo. Stiamo già pagando oggi. – ha affermato Maracchi – Dal 1990 a oggi il conto per i dissesti idrogeologici avvenuti nel nostro Paese è di circa quattro miliardi di lire”.

Sergio Ferraris

23 novembre 2006

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